Cerca nel blog

domenica 1 gennaio 2017

Recensione "La bambina di vetro", di Jodi Picoult


TITOLO: La bambina di vetro
AUTORE: Jodi Picoult
TITOLO ORIGINALE: Handle with care
TRADUZIONE: Lucia Corradini Caspani
EDITORE: Corbaccio
NUMERO PAGINE: 576
ISBN: 978-8863800555

Jodi Picoult è sicuramente conosciuta e apprezzata per il suo romanzo La custode di mia sorella da cui è stato tratto l'omonimo film con Cameron Diaz. I suoi romanzi trattano tematiche molto impegnative e non sono sicuramente, dal punto di vista emotivo, di facile lettura. La bambina di vetro non è da meno. 
Willow è una bambina di 5 anni affetta da osteogenesi imperfetta, una grave malattia degenerativa che comporta una fragilità ossea tale da essere incompatibile con uno sviluppo e una vita "normali". Willow infatti è alta solo 90 cm e non può correre o giocare come tutti gli altri bambini della sua età poiché anche un semplice starnuto o una innocente risata potrebbero comportarle una grave frattura. È però una bambina particolarmente intelligente e perspicace, con una capacità di linguaggio sorprendente. La stessa malattia infatti la costringe a dedicarsi ad attività "tranquille", come la lettura e lo studio che la rendono di una cultura nettamente superiore non solo rispetto ai suoi coetanei ma anche agli adulti stessi.
Il romanzo ha un carattere corale: viene narrato in prima persona da tutti coloro che ruotano intorno a Willow e che, inevitabilmente, nel bene o nel male, ne sono influenzati. In primis la sua famiglia: Charlotte, sua madre è una pasticcera affermata e indipendente quando incontra Sean, suo padre che, sposandola, prende in carico anche Amelia, la figlia che lei ha avuto da una precedente relazione finita male. Dopo diversi tentativi non riusciti, finalmente Charlotte  resta incinta. La gravidanza tanto desiderata viene vissuta quasi come un miracolo, un dono divino. Ma l'incantesimo svanisce quando, ormai in fase avanzata, già in utero, viene diagnosticata alla piccola Willow la OI. 
L'arrivo della bambina rivoluzionerà drasticamente le dinamiche e gli equilibri familiari, nonché le vite individuali dei singoli suoi membri. Amelia, sua sorella adolescente è quella che più di tutti ne paga lo scotto, con attenzioni mancate e una profonda solitudine. Già in preda a tutti i turbamenti e le problematiche che l'età dell' adolescenza possono comportare, si trova suo malgrado, a dover subire la disabilità della sorella. Pur amandola profondamente si sorprende spesso a pensare ad una vita diversa, con una famiglia "normale" e a fare i conti con un senso di colpa che non trova sfogo se non nei gesti estremi di una bulimia consolatrice.
Sean, suo padre, è costretto a fare i doppi turni per far fronte alle ingenti spese mediche che l'assicurazione copre solo in parte e Charlotte, costretta ad abbandonare il suo lavoro per occuparsi della figlia, ventiquattr'ore su ventiquattro, si è completamente annullata per far fronte alle sue esigenze.
Un forte scossone a questa precaria e fragile routine viene dato quando i coniugi O'Keefe vengono messi, da un grosso studio legale, dinanzi la prospettiva di intentare una causa per nascita sbagliata, un'azione legale per negligenza professionale del medico che avrebbe potuto e dovuto diagnosticare la malattia già con l'ecografia della diciottesima settimana. Scelta tutt'altro che semplice visto che Piper, la ginecologa che ha seguito la gravidanza di Charlotte è anche la sua migliore amica. Ma ancora più doloroso è il fatto che una tale scelta comporterebbe l'ammissione da parte dei genitori della scelta di abortire, qualora avessero scoperto in tempo l'anomalia. D'altro canto, vincere la causa significherebbe ricevere un lauto risarcimento che assicurerebbe a Willow una vita comoda e dignitosa. Ma ogni azione ha la sua reazione e il costo che Charlotte deve pagare è elevatissimo poiché, oltre a porre fine a una solida amicizia mina alle fondamenta il delicatissimo equilibrio familiare, pesando come un macigno sulla relazione tra Charlotte e Sean, irrimediabilmente destinata al declino. Ammettere che la figlia non sarebbe mai dovuta venire al mondo è troppo per Sean che lascia Charlotte da sola a combattere questa battaglia. Sola contro tutti, contro giudizi e pregiudizi, contro la figlia maggiore ma, più di tutto, contro il terrore che la piccola Willow non possa capire la sua scelta. Dal canto suo Willow, che viene sempre narrata attraverso il punto di vista altrui, mai in prima persona, subisce la situazione dal suo piccolo mondo, quasi come una sorta di rallenti. Tutto scorre troppo velocemente per lei che non riece a comprendere fino in fondo gli avvenimenti che la circondano e che, da bambina di cinque anni qual è, percepisce solo il rifiuto di chi dovrebbe al contrario amarla e proteggerla in modo assoluto. Ma quello di Charlotte è in realtà un grandissimo atto d'amore. Solo lei sa com'è la quotidianità con Willow, le piccole grandi difficoltà di tutti i giorni e la sua scelta è dettata dalla speranza di un futuro migliore. A differenza degli altri lei guarda oltre e lotta per realizzare le sue speranze pur essendo consapevole dell'inevitabile solitudine che ciò comporta, delle maldicenze ma soprattutto dell'odio che la figlia potrebbe provare per lei una volta compresa a pieno la situazione. E lo fa per amore, pur soffrendo il lacerante senso di colpa nel desiderare, a volte, che la figlia non esista . Charlotte rappresenta il perfetto archetipo della madre oscura: il lato oscuro, ovvero le parti di noi stessi percepite come misteriose, paurose, inaccettabile, esiste ma non suscita simpatia. Men che meno per quanto concerne la figura materna che, oggigiorno, non può permettersi alcuno sgarro, assoggettata ad un ideale di perfezione irrealistico. Riconoscere l'archetipo della madre oscura è però il primo passo per trasformare le pulsioni oscure/negative in alleate. Accettare il  lato oscuro, ovvero riconoscere come sane anche quelle pulsioni che, agli occhi degli altri, potrebbero sembrare inaccettabili, come il rifiuto o la rabbia, è il primo passo per la guarigione e il perdono di se stessi, nonché del rifiuto del senso di colpa (qui l'articolo completo sull'archetipo della Madre oscura). E nel romanzo Charlotte diventa una vera e propria guerriera la cui lotta verrà premiata.
Il testo, dal punto di vista delle tematiche trattate non è di facile lettura perché pone dinanzi a degli interrogativi di non facile risoluzione. Cosa è giusto e cosa non lo è? E ancora, si può sentire la mancanza di chi non si è mai conosciuto? Al lettore l'ardua sentenza. Per fortuna lo stile, semplice e diretto, aiuta a leggere questo libro tutto d'un fiato. Anche la scelta di affidare la narrazione ai personaggi stessi, piuttosto che ad un narratore onnisciente, contribuisce ad alleggerire la storia che, diversamente risulterebbe un po' pesante, proprio per le tematiche presenti. Il finale, a sorpresa direi, lascia però un po' perplessi. Personalmente non sono riuscita a comprenderlo e a tratti ne sono risultata infastidita. Per il resto è assolutamente da consigliare. Un libro da maneggiare con cura, come il titolo originale Handle with care, suggerisce e da assimilare e digerire lentamente. Il testo lo richiede ma se ne esce senza dubbio arricchiti.

 VOTO:  


AUTRICE 
Scrittrice americana. Ha studiato a Princeton scrittura creativa ma, prima di dedicarsi interamente al lavoro di scrittrice, ha fatto disparati mestieri. Ha cominciato a scrivere il primo romanzo mentre aspettava il primo figlio. Vive con i suoi tre figli e il marito Tim a Hanover nel New Hampshire.
Tra le sue opere ricordiamo Il custode di mia sorella (2005), Il colore della neve (2006), Senza lasciare traccia (2007), Diciannove minuti (2008), Un nuovo battito (2009), La bambina di vetro (2010), Le case degli altri (2011), L'altra famiglia (2012), Incantesimo tra le righe (2013) e Intenso come un ricordo (2014), tutti editi da Corbaccio.
Puoi acquistare il libro qui:

2 commenti:

Angela ha detto...

è un'autrice di cui ho letto pochissimo ma conto di approfondirla, le sue storie sembrano sempre così profonde e con notevoli spunti di riflessione su temi fondamentali.

ciao e uon anno!!!!!

☆ღ )O(Claudia)O( ღ☆ ha detto...

Carissima, grazie di essere passata! Sarei curiosa di sapere cosa hai letto. Per me è stato il primo incontro con questa autrice e l'ho apprezzata moltissimo!

.

.

Archivio blog