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domenica 19 agosto 2012

Recensione "The Help" di Kathryn Stockett




TITOLO: The Help
AUTORE: Kathryn Stockett
LINGUA ORIGINALE: Inglese
GENERE: Narrativa
TRADUZIONE: Adriana Colombo - Paola Frezze Pavese
CASA EDITRICE: Mondadori
COLLANA: Omnibus
NUMERO PAGINE: 524
PREZZO DI COPERTINA: 18,00
CODICE ISBN: 978-88-0461782-2

TRAMA
E' l'estate del 1962 quando Eugenia "Skeeter" Phelan torna a vivere in famiglia a Jackson, Mississipi, dopo aver frequentato l'università fuori da casa. Per sua madre, però, il fatto che si sia laureata conta ben poco: l'unica cosa che vuole dalla figlia è un buon matrimonio. Ma Skeeter è molto diversa dalle sue amiche di un tempo, già sposate e perfettamente inserite in un modello di vita borghese, e sogna in segreto di diventare scrittrice. L'unica persona che potrebbe comprenderla è l'amatissima Costantine, la governante che l'ha cresciuta, ma la donna sembra svanita nel nulla e i tentativi di Skeeter di scoprire dove sia finita si infrangono contro un muro di silenzi imbarazzanti. Come Costantine, anche Aibileen è una domestica di colore. Saggia e materna, ha un candore e una pulizia interiore che abbagliano. 
Minny è la sua migliore amica. Bassa, grassa, con un marito violento e una piccola tribù di figli, è con ogni probabilità la donna più insolente e sfacciata di tutto il Mississipi. Cuoca straordinaria, non sa però tenere a freno la lingua e viene licenziata di continuo per le sua intemperanze, fino a quando è assunta da una signora nuova del posto, che per la sua bellezza vistosa e le origini modeste è messa al bando dalla buona società bianca.
Sono gli anni in cui Bob Dylan inizia a testimoniare con le sue canzoni la protesta nascente, e il colore della pelle è un ostacolo insormontabile. Nonostante ciò, Skeeter, Aibileen e Minny si trovano a lavorare segretamente ad un progetto comune che le esporrà a gravi rischi. Perché lo fanno? Perché i rigidi confini che delimitano la loro esistenza le soffocano. Perché il vento della libertà inizia a soffiare.

GIUDIZIO PERSONALE

The  Help è un romanzo che mi ha praticamente tenuta con gli occhi sbarrati e la mente vigile in piena notte, nonostante la mia sveglia programmata tutte le mattine alle 6:30 ( l'unico orario buono per studiare e sfuggire al caldo asfissiante del forno romano). 524 pagine di dipendenza in 4 notti. E quando provi quella leggera fitta di nostalgia alla 524° pagina, perché già i personaggi del romanzo e le loro storie ti mancano, allora vuol dire che un esperimento "libresco" (come io lo definisco) è pienamente riuscito!!
Un gioiello che non può assolutamente mancare sullo scaffale di un lettore-compulsivo che si rispetti!
Il romanzo è un'autobiografia romanzata della Stockett e dei suoi ricordi d'infanzia.
L'ambientazione è infatti la stessa: il profondo sud degli Stati Uniti. Siamo esattamente nella Jackson (Mississipi) degli anni 60, dove le piantagioni di cotone erano ancora la maggiore fonte di ricchezza e le reggi razziali pienamente istituzionalizzate. Sono gli anni in cui la popolazione di colore viveva ghettizzata ai margini dei centri cittadini completamente avulsa da ogni forma di diritto civile. Gli anni della violenza di folla gratuita del Ku Klux Klan e  del finto perbenismo medio_borghese delle donne bianche di provincia, sposate e sistemate già in giovane età che, tra partite di bridge e ipocrite feste di beneficenza, si preoccupano di raccogliere fondi per i bambini africani, ma nello stesso tempo, discriminano le cameriere di colore che accudiscono i loro stessi bambini alle quali non è neanche concesso usare lo stesso bagno di casa.
Ma sono anche gli anni della lotta per l'eguaglianza portata avanti dal presidente Kennedy, del "grande sogno" di Martin Luther King e della grande marcia di protesta su Washington contro la discriminazione razziale.
In questo clima di fermento e latente rivolta si dipanano le storie delle tre protagoniste, nonché voci narranti. La Stockett infatti ci fa il dono di una ben riuscita focalizzazione alternata in cui ci viene specificato il punto di vista dell'oppresso  e dell'oppressore che si pone in difesa degli oppressi, pagandone fino in fondo le conseguenze. Quella che ci viene descritta è infatti una società che non si limita a discriminare solo chi è considerato diverso, ma anche chi questa "diversità" non riesce a comprenderla o chi, come il personaggio di Celia Reeds, non rispecchia il canone e lo stereotipo borghese dominante.
Le prime due protagoniste sono Aibileen e Minny, domestiche di colore a servizio di famiglie bianche.
Aibileen, nel corso della sua vita e del suo lavoro di domestica, ha allevato, con amore, ben 17 bambini bianchi, 17 bambini figli di madri assenti e incapaci, "bambine che fanno bambini", tirati su come figli propri, per poi scoprirli adulti estranei con le stesse idee razziste delle loro madri. Una vita spesa ad accudire figli d'altri e a soffrire per la perdita del proprio, morto in giovane età per un incidente sul lavoro, tra l'indifferenza generale. All'intimità, la saggezza e la docilità di Aibileen, si affianca il carattere "irriverente" e scorbutico della sua migliore amica, Minny. Donna forte e impulsiva, con alle spalle numerosa prole, diversi licenziamenti  per il suo pessimo carattere e una quotidianità di violenza domestica, è conosciuta nell'ambiente come la miglior cuoca e, nello stesso tempo, la peggior lingua del Mississipi.
Eugenia Pheelan, alias Skeeter, è la terza protagonista. Giovane ragazza bianca neo- laureata, allevata a sua volta da una donna di colore, Costantine, misteriosamente scomparsa al suo rientro a Jackson dopo aver terminato l'università.
Skeeter ha un sogno nel cassetto: diventare scrittrice. Un sogno che si scontrerà con  le direttive di una società che ti vuole perfettamente inserita nello stereotipo della brava moglie e madre di casa e che a 23 anni ti considera già zitella.
Le tre donne, ogniuna con il proprio movente, si scopriranno unite dal desiderio di cambiare la situazione, dal coraggio per cambiarla e dalla forza di affrontarne le conseguenze. Il razzismo per le prime due e l'isolamento per Skeeter che si troverà a sua volta discriminata dalle stesse sue amiche d'infanzia.
Così Aibileen e Minny, successivamente sostenute da altre domestiche, affronteranno il rischio e la paura e troveranno il coraggio per testimoniare la loro situazione e Skeeter per dare loro voce con la stesura  e la pubblicazione di un libro alquanto provocatorio: The Help, che diventerà nella cittadina il simbolo della rivolta e della rivendicazione e un inno alla speranza. Un soffio di libertà e di coraggio contro la paura e di anticipazione a quel cambiamento che a piccoli passi, di lì a poco, sarebbe giunto a piena maturazione.
Dunque The Help si configura come una storia di denuncia contro alcune tematiche che ahimè, non smettono mai di essere attuali, come quella del razzismo. Ma è anche una storia di sorellanza, forza e amicizia.
Il tutto raccontato attraverso un linguaggio semplicissimo, colloquiale, in alcuni punti estremamente commovente. Ma la genialità della Stockett sta nell'aver contornato la lettura di tratti di comicità, ironia e senso dell'humor che inserito a piccole dosi e in alcuni punti strategici hanno l'effetto di non appesantirla, nonostante le tematiche trattate.
VOTO: 9

NOTIZIE SULL'AUTRICE


Kahrryn Stockett è nata e cresciuta a Jackson, In Mississipi. Dopo la laurea in Letteratura si è trasferita a New York, dove ha lavorato nove anni nell'editoria e nel marketing di periodici. Attualmente vive ad Atlanta con il marito e la figlia. The Help,pubblicato originariamente da Mondadori nel 2009 con il titolo "L'aiuto", è il suo primo romanzo.

COLONNA SONORA

CITAZIONE:
"Non era questo lo scopo del libro? Far capire alle donne: siamo semplicemente due persone, e non sono molte le cose che separano. Molte meno di quanto pensi."

TRAILER DELL'ADATTAMENTO CINEMATOGRAFICO



2 commenti:

Pupottina ha detto...

un consiglio letterario che terrò presente.
grazie

☆ღ )O(Claudia)O( ღ☆ ha detto...

Si, da leggere assolutamente! Te lo consiglio!!! :)

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