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domenica 12 febbraio 2012

Recensione: "La cucina degli ingredienti magici" di Jeal McHenry




TITOLO: La cucina degli ingredienti magici
AUTORE: Jael McHenry
TITOLO ORIGINALE: The Kitchen Daughter
LINGUA ORIGINALE: Americano
TRADUZIONE: Elisabetta De Medio
EDITORE: Corbaccio
COLLANA: Romance
NUMERO PAGINE: 279
PREZZO DI COPERTINA: 16,60
CODICE ISBN: 978-88-6380-070-8

COVER ORIGINALE




TRAMA

Dopo l'improvvisa scomparsa dei genitori, Ginny, una ventiseienne riservatissima e patologicamente timida, abituata a vivere in un suo mondo protetto fra le pareti domestiche, cerca consolazione nella cucina di casa e fra le ricette di famiglia. Da sempre cucinare è per lei una scappatoia quando non riesce a reggere l'angoscia, ma questa volta il profumo corposo e piccante della zuppa della nonna fa apparire in cucina un ospite inatteso: il fantasma della nonna stessa, morta vent'anni prima, che le sussurra una frase sibillina: "Non permetterglielo!" prima di scomparire. Un ammonimento che la mette in allarme... Che cosa non deve permettere? E a chi? Forse alla sorella Amanda che, abituata a organizzare tutto, ha deciso di vendere la casa in cui hanno vissuto i genitori e la sorella fino a quel momento? Ginny non avrebbe mai pensato di doversi trasferire, ma ormai rassegnata all'idea, incomincia a radunare le cose a cui tiene di più e in questa sua ricerca scopre dei segreti sepolti negli angoli più remoti: una lettera della madre nascosta nel camino della camera da letto, fotografie del padre con una donna di cui lei ignora l'identità. Via via più desiderosa di conoscere la verità, pensa di trovarla nelle parole dei suoi cari richiamandone i fantasmi attraverso le ricette da loro ereditate... 

GIUDIZIO PERSONALE

Veniamo subito al punto: E’ una storia completamente diversa rispetto a quello che ci si potrebbe aspettare fuorviati dalla trama di presentazione, dal titolo, che poco ha a che fare con la storia e dalla splendida copertina e,  contrariamente al pensiero dei molti, che hanno amato questo libro, divorandolo in pochi giorni,  io ho fatto fatica a terminarlo in poco tempo e la lettura è stata in alcuni punti una tortura, lasciandomi addosso una terribile tristezza, e a  volte, un senso di angoscia opprimente. Penserete che stia esagerando, ma questa è stata la mia reazione a questa lettura.
La storia in sé, seppur tristissima, non è brutta. Tutt’altro, offre spunti interessanti e originali ma, ahimè, restano solo spunti e non vengono approfonditi fino in fondo!
La protagonista è Ginny, una 26enne dalla personalità estremamente fragile e introversa. La sua timidezza è, appunto, patologica spingendola al rifiuto verso qualsiasi forma di contatto, fisico e visivo, con il mondo esterno. Ginny vive come un’eterna bambina, in un’atmosfera ovattata sotto la protezione, eccessiva a volte, dei genitori, della madre in particolare. E’ facile dunque comprendere come il movente dello svolgimento della storia, ovvero la morte di entrambi i genitori, rappresenti per la ragazza una catastrofe fuori dal comune. Da questo momento in poi l’azione, o meglio la non-azione farà il suo corso. Una non azione perché tutto si svolge, in una sorte di monologo interiore, attraverso la testa di Ginny e ogni cosa verrà presentata al lettore secondo il suo personalissimo punto di vista e la proiezione dei suoi particolari stati d’animo, nonché delle sue paure. La ragazza si trova ora ad imbattersi in una realtà, ma soprattutto una quotidianità, ben diversa, trovandosi catapultata a vivere, o meglio, a sopravvivere (almeno nella prima parte della storia) in una casa ora troppo grande e troppo vuota, completamente da sola, contando esclusivamente sulle sue forze e sulle sue capacità di adattamento .  Il suo stato d’animo sarà in un primo momento, di totale apatia e gesti meccanici ma cambierà radicalmente in positivo di fronte alla proposta della sorella minore, ma già indipendente, sposata e madre di due bambine, Amanda che le proporrà di vendere la casa e andare a vivere con lei e la sua famiglia. Da questo momento Ginny cercherà di trovare in se stessa la forza per opporsi alla vendita e, conseguentemente alla scelta di voler continuare a vivere sola nella casa di famiglia,  per dimostrare al mondo, ma soprattutto alla sorella di essere in grado di badare a se stessa, nonostante la sua eccessiva timidezza e la sua diversità rispetto alle sue coetanee e ad Amanda stessa, diversità che Ginny ama spesso definire, nel corso della storia, “personalità”.
E nei momenti di debolezza e angoscia la ragazza si rifugia nell’universo che più le è familiare e in cui maggiormente sente di potersi liberamente lasciarsi andare: la sua cucina.  Il cibo, il suo profumo, restituisce a Ginny quella serenità strappatale via dall’improvvisa perdita. Ma Ginny il cibo non ama mangiarlo, ma prepararlo. E’ infatti una cuoca sopraffina e solo trafficando, tra fornelli e ricette di famiglia, sente il cuore in pace. Paradossalmente, sarà proprio nell’ambiente in cui maggiormente si sente a proprio agio che la ragazza verrà a contatto con strani fenomeni paranormali. Si troverà di fronte, infatti, a delle vere e proprie apparizioni dei fantasmi che hanno scritto, di loro pugno, quelle stesse ricette.  Tra questi, la nonna, la madre e il padre. Tutti cercano di comunicarle qualcosa  di importante, ma invano, poiché la loro presenza scompare quando la fragranza delle loro ricette, da Ginny preparate, comincia a svanire.
L’ostinazione nello scoprire alcuni segreti di famiglia e la ricerca delle parole non dette saranno i leitmotiv a partire da questo punto.  Ostinazione che sarà accompagnata da un lento ma inevitabile processo di maturazione in positivo. Ginny, sarà costretta ad aver a che fare con il mondo esterno, affrontando le sue paure  ma soprattutto raggiungendo quella serena consapevolezza dell’accettarsi per come si è quando non sempre, l’essere diversi sia sinonimo di anormalità.
Il concetto di normalità è infatti il nucleo tematico del romanzo che incita il lettore a riflettere su come molto spesso, ciò che è diverso rispetto alla massa, venga considerato anormale e valutato dunque secondo parametri di giudizio erronei.  Da qui l’introduzione nella storia di temi un po’ più profondi e delicati quali l’autismo e più in particolare la sindrome di Asperger che al primo è connessa. Purtroppo gli stessi temi che inducono ad una seria riflessione, a mio giudizio, sono trattati con un po’ di leggerezza., come ad averli voluti buttare lì tanto per giustificare alcuni punti dell’intreccio che restano irrisolti, senza approfondirli e il risultato è l’impressione di qualche cosa di mancante nel testo, nonostante costituiscano il fondamento di tutta la storia. A lettura finita, ho avuto l’impressione di non aver conosciuto tutta la storia fino in fondo.
Altra pecca: nonostante lo stile sia scorrevole e diretto, lo stesso non si può dire per la caratterizzazione dei personaggi, protagonista esclusa.  Di loro conosciamo solo la proiezione che ne ha Ginny ma nell’effettivo, restano estranei al lettore e nulla del loro profilo psicologico ci viene svelato.  La scelta di una focalizzazione interna, a mio avviso, mal riuscita (non tutti sono Verga) e il ritmo nel complesso piatto e lento, tranne l’amaro sussulto per il finale inaspettato,  lascia il lettore con l’insoddisfazione di una lettura a metà e tanta, tanta malinconia.
Nota positiva: Gli spunti culinari e le originali ricette scritte a mano, pronte per essere tastate!
VOTO: 6 ,5

NOTIZIE SULL'AUTRICE: 

Jeal McHenry ha studiato a Washington dove ha conseguito un master in scrittura creativa. Giornalista e cuoca appassionata, scrive su numerosa riviste fra cui la North American Review, l'Indiana Review w la Graduate Review dell'American University. Vive a New York e tiene un blog di cucina frequentatissimo:simmerblog.typepad.com
Visita il sito dell'autrice: www.jaelmchenry.com


CITAZIONE: “Devo smettere. Non vorrei, perché sono ancora convinta che i fantasmi siano il modo migliore per avere delle risposte, ma un altro fantasma come questo e mi viene un colpo.”




7 commenti:

Luigi87 ha detto...

una recensione precisa e dettagliata..personalmente non ho letto il libro ma non mi attira molto, anche in virtù delle tue spiegazioni

La Signora del Bosco ha detto...

Letto e sono d'accordo con te.

Anonimo ha detto...

Effettivamente la trama sembrava molto più interessante!
A presto...Sibilla

Curly ha detto...

Aspettavo la tua recensione! 6,5 non è abbastanza per farmelo leggere! Mi piacciono le tue recensioni!!!!

Pupottina ha detto...

bella la citazione!
non l'ho letto ... in realtà ero indecisa... il voto però non promette benissimo
se capita

Lalique ha detto...

ciao
buongiorno

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Sabina Fragola ha detto...

Ottima recensione!!! Questo libro mi ha incuriosito più volte in libreria, ma a questo punto non so se lo comprerei...:-)

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