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venerdì 24 febbraio 2012

Recensione: "Il Paese delle prugne verdi" di Herta Müller




TITOLO: Il paese delle prugne verdi
AUTRICE: Herta Muller
TITOLO ORIGINALE: Hertzier
LINGUA ORIGINALE: Tedesco
TRADUZIONE: Alessandra Henke
EDITORE: Keller Editore
COLLANA: Vie
 NUMERO PAGINE: 254
PREZZO DI COPERTINA: 16,00
CODICE ISBN: 9788889767078

COVER ORIGINALE


RECENSIONE

ATTENZIONE: Anticipazioni sulla trama 

Mi sono avvicinata a questo romanzo perché mi fu accennato durante un corso di Letteratura Romena di cui ho dovuto sostenere un esame all'università. Oltre al fatto che all'autrice, Herta Muller, è stato conferito il Premio Nobel per la letteratura (2009), spulciando in rete ho trovato un blog in cui parlava di questo libro con queste testuali parole:
“La letteratura necessaria” l’evento del Festival della Letteratura di Mantova che presentava come ospite Herta Muller, la scrittrice romeno tedesca a cui è stato appena conferito l’alto onore del premio Nobel 2009 e di cui si era parlato poco fin’ora in Italia. Succede che la Letteratura necessaria – necessaria per chi la scrive e per chi la legge – non sia nota quanto la letteratura di mercato. Succede, perché riconosciamolo, c’è  una letteratura che potremmo chiamare da “fast- reading”, coniando il termine per analogia con fast- food, e ci sono poi i libri che hanno uno spessore diverso, che devono essere assaporati in maniera differente, che corrispondono ad una esigenza profonda. Di eticità, di libertà, di umanità essenziale. E i romanzi di Herta Muller appartengono a questo tipo di letteratura.”
E così mi sono decisa a leggerlo.
Innanzitutto bisogna specificare che questo romanzo non può solo essere letto! Va vissuto, studiato, riletto e sottolineato per capire il nucleo tematico che, in un testo apparentemente incomprensibile, una continua e gigante metafora,  trapela solo dopo una lettura/ studio attentissima!
Ma procediamo per gradi:
Il romanzo è ambientato nella Romania degli anni 80 e ci racconta dell'amicizia tra la protagonista, nonchè voce narrante, e tre suoi compagni di studi: Georg, Kurt e Edgar, sotto la cappa opprimente della dittatura di Ceausescu. I quattro si trovano riuniti, e consolidano la lora amicizia, in seguito al suicidio di una giovane studentessa, Lola, alla quale le primissime pagine sono dedicate.
La narrazione si svolge quasi in una condizione di a-temporalità, in un paese che sembra collocato al di fuori dello spazio e del tempo, come in una sorta di grande campo di concentramento dove, le pesanti pressioni psicologiche e l'assoluta poverà, hanno piegato un popolo intero.
Anche solo lggere libri stranieri, declamare semplici versi  o intrattenere rapporti epistolari, può essere interpretato come sovversivo dalla polizia locale, una sfida al potere costituito, il quale colpirà duramente l'innocente amicizia dei quattro ragazzi. Infatti, il dolore per la scomparsa di Lola e la consapevolezza di vivere in un paese colpito dalla dittatuta, farà nascere nell'animo dei giovani un comune, seppur sottilissino, spirito di ribellione e di evasione, un ideale di libertà che si nutre di letture di testi di respiro europeo, lontano da quelli imposti dal regime e, di conseguenza, proibiti.
Ma ben presto, i giovani dovranno fare i conti con l'onniscenza e l'onnipresenza del terrore: interrogatori sistematici, pedinamenti, minacce di morte, fino alla perdita del lavoro per licenziamento, una volta cresciuti. Il tutto viene espresso attravero un'impronta angosciante e asfissiante che domina su tutta la lettura. Non c'è via di fuga e l'unica speranza è rappresentata da "una cintura, una finestra, una noce e una fune", ogniuna allegoria di morte: una cintura per soffocarsi, una finestra per gettarsi di sotto, una noce tumorale per morire e una fune per impiccarsi. L'imminenza della morte è infatti il leitmotif della storia che si snoda tra passato e presente. Un passato, sulla via del ricordo, di bambina, con la madre, i nonni e un padre ex ufficiale nazista, che annulla i suoi sensi di colpa nella cura del giardino, in un paesino dall'atmosfera claustrofobica e opprimente tanto quanto la Romania di Ceausescu che invece è lo sfondo della narrazione pricipale. Più in generale la storia, attraverso la descrizione dello stile di vita dei quattro giovani, ci presenta l'immagine di un'intera generazione oppressa, "votata al naufragio", al fallimento, depredata della propria identità da un dittatore "che fa cimiteri" e che viene definito "un errore" e che costringe tutti ad essere "qualcuno" a sua volta inseguiti da "qualcuno", un impersonale che nel testo si ripete in maniera ossessiva.
I giovani dello studentato vivono in grandi camerate con la valigia sotto il letto. Sulla valigia, ogni mattina, mettono un capello e la sera non lo trovano perché evidentemente la valigia è stata ispezionata da "qualcuno", così come le lettere in cui viene inserito un capello che non viene trovato all'arrivo della missiva. Tutto è controllato, anche la mente e i sogni. La prima a soccombere è appunto Lola, che si suicida impiccandosi nell'armadio, con la cintura della protagonista.
La morte, dunque, si configura come unica via d'uscita, in alternativa alla follia o alla fuga, nei rarissimi casi in cui riesce.
Due giorni dopo la morte, Lola viene espulsa dal partito con voto unanime, e disprezzata dall'intero istituto. Anche da morti si continua ad essere perseguitati e tutti gli iscritti al partito devono alzare alta la mano per far capire che sono favorevoli all'espulsione di una donna morta, altrimenti saranno vittime del terrore. L'unica condizione felice  è rappresentata dai folli: la nana, l'uomo col papillon, il saggio dalla lunga barba bianca ma, soprattutto dalla nonna che canta, la quale ha perso la memoria e in casa non riconosce più nessuno tranne le sue canzoncine. Passa le giornate assente e inconsapevole di vivere in un paese oppresso dove ogni sentimento di fratellanza e solidarietà è annullato, poché la dittatura spinge tutti contro tutti, e dove il più grande sogno dei bambini è diventare poliziotto o ufficiale, perché sono gli unici che possono vivere in pace, pur creando "cimiteri" e terrore.
La morte è sempre presente, quasi un personaggio a se stante, o simboleggiata dalle prugne verdi o simulata dietro incidenti mortali e suicidi. Lo stesso dittatore, il cui nome viene pronunciato solo una volta nel testo, viene definito più volte "mangiaprugne", così come gli agenti della securitate, rappresentati dalla figura del capitano Pjele e del suo cane, che sarà il perseguitatore dei quattro giovani  per tutto il corso della storia. La persecuzione culmina con il licenziamento e con l'espatrio forzato: il primo a fare domanda è Georg che si trasferisce in Germania. Ma anche lì giunge la mano del terrore: verrà infatti trovato morto lungo il selciato a Francoforte. Al quinto piano una finestra aperta. Kurt muore impiccato con una fune e Teresa, amica della protagonista, e personaggio che acquisterà consistenza nella seconda parte del romanzo, verrà uccisa dal cancro. Sopravvivono, anche loro espatriati in Germania, Edgar e la protagonista, nella quale riconosciamo la scrittrice Herta Muller.
Il pese delle prugne verdi è un pugno allo stomaco, un "canto" diperato attenuato dallo stile di scrittura, a mio avviso geniale. Si tratta di un ibrido tra poesia e prosa con un costante uso della metafora che cela le immagini più crude e attenua la durezza della realtà raccontata. Un linguaggio pieno di poesia! Una poesia, per altro annunciata già dai versi in apertura del poeta romeno Gellu Naum:
"Ogniuno aveva un amico in ogni pezzetto di nuvola
così è infatti con gli amici dove il mondo è pieno di terrore...."
che racchiudono il nucleo tematico del romanzo.
Il linguaggio poetico usato è infatti necessario perché compie un processo di eufemizzazzione laddove raccontare alcuni episodi e rappresentare certe immagini con un linguaggio "commerciale" avrebbe reso la lettura troppo cruda e tagliente.
Si, una lettura necessaria.
VOTO: 10 

L'AUTRICE:



Herta Muller, vincitrice del Premio Nobel per la Letteratura 2009 (“con la concentrazione della poesia e la franchezza della prosa ha rappresentato il mondo dei diseredati”) è nata nel  1953 in un villaggio di lingua tedesca nel Banato rumeno. Dopo aver rifiutato di cooperare con la Securitate, la polizia segreta del regime di Ceausescu, perse il lavoro e le fu impedito di pubblicare. Nel 1987 riuscì ad emigrare in Germania dove vive tutt’ora con il marito.
Il paese delle prugne verdi  è considerato il suo romanzo più importante, grazie al quale si è aggiudicata l'Impact Dublin Literary Award al quale si sono aggiunti successivamente altri riconoscimenti tra cui il Premio Kleist, il Premio Joseph Breitach, il Premio Franz Kafka. il Premio Konrad, Adenauer. il Premio letterario europeo "Aristeion".

CURIOSITA': Il titolo tradotto in italiano allude ad una credenza popolare romena secondo la quale chi mangia troppe prugne verdi muore per febbre alta.
CITAZIONE: "Non riesco a immaginarmi alcuna tomba oggi. Solo una cintura, una finestra, una noce e una fune. Ogni morte per me è come un sacco"

 

13 commenti:

Luigi87 ha detto...

bella recensione..il libro non lo conoscevo ma sembra interessante

Pupottina ha detto...

un libro da 10 va subito nesso in lista ;-)

buona festa della donna

^____________^

angie ginev ha detto...

Se vieni su blog misteri angie Ginev, potrai ritirare il premio blog affidabile 100%.
Il tuo blog mi piace molto

Ti ringrazio
Ciao
Angie

Anonimo ha detto...

Wow! Complimenti per il tuo novo abito del blog! E' veramente carino!
Il libro non sembra male ma sembra anche essere un po' fuori dal mio genere. Però hai fatto una bellissima recensione!
A presto...Sibilla

Nicky ha detto...

Ciao cara!! Ho un pensiero per te qui :-)
http://bookshelf-nicky.blogspot.it/2012/03/un-nuovo-premio-per-bookshelf.html

angie ginev ha detto...

Ti auguro felici festività
Angie

Luigi87 ha detto...

Buona Pasqua

Morna ha detto...

Ciao, anche se non ha a che vedere con la recensione, qui http://mornabooks.blogspot.it/2012/04/cari-lettori-oggi-il-blog-si-e.html c'è un premio per te :)

PetitCassandre ha detto...

Sembra un libro molto interessante però per questo genere di lettura impegnata ci vuole il suo tempo.

Patalice ha detto...

non avevo mai sentito parlare di questo libro e sono contenta tu l'abbia descritto... penso potrei anche leggerlo... chi da un 10 ad una lettura merita di ricevere attenzioni...

Anonimo ha detto...

Ciao! sono passata per farti un saluto, è un po' che non ci sono sul blog e di conseguenza non passo da voi altri blog. I tuoi post sono sempre delle perle preziose!
A presto..Sibilla

Reina ha detto...

Ciao Claudia! Spero che tu stia bene! Non hai più aggiornato il blog... ti ho comunque taggata in un meme anche se non so se riuscirai a partecipare! Torna presto!
http://ilportalesegreto.blogspot.mx/2012/07/meme-11x11x11.html

Reina ha detto...

Scusa se torno a rompere le scatole, ma ti ho lasciato un piccolo premio qui: http://ilportalesegreto.blogspot.mx/2012/07/premio-colors.html

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