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martedì 11 maggio 2010

Ho bisogno...






Sdraiata
su questa panchina immersa nel verde
odo il vento che mi sussurra
parole di saggezza
che volano e mi tormentano senza trovare riposo.
Il canto dei canarini mi distrae da esse...
o forse non voglio prestar loro ascolto,
forse voglio farmi male!
Ho bisogno di musica nell'anima
che faccia danzare il mio cuore,
come lo stesso vento che mi parla
fa danzare l'erba alta delle praterie...
Ho bisogno di emozioni regalate
all'ombra delle foglie...
Di sguardi che mi facciano sentire unica
ai tuoi occhi,
che mi sorprendano
come la bellezza e la fierezza dei papaveri
sorprende l'occhio attento nel riscoprirli
rigogliosi, tra la polvere, sul ciglio della strada!
Ho bisogno di mani che colgano le mie lacrime,
di profumi che accendano il mio respiro,
di carezze che mi accompagnino,
di occhi che scavino nel profondo della mia anima,
che guardino nella mia stessa direzione,
che cerchino i miei nell'oscurità
come il viandante solitario
volge le speranze ai raggi della luna
affinche rischiari il cammino
nelle tenebre della notte!
Ho bisogno di sentimento
che mi faccia scoppiare il cuore,
di semplicità che dia un senso ai miei giorni,
di raffinatezza che avvolga il mio essere.
Ho bisogno di complicità,
quel sottile filo invisibile
che lega indissolubilmente l'uno ad un altro
pur nella lontananza...
Ho bisogno di realtà e non di sogni!!
Vorrei provassi emozioni per me
ma ti guardo e vedo un muro di indifferenza...
Mi struggo e
uccido il mio sogno
chiudendomi in un guscio di amara malinconia
rassegnandomi all'unica realtà possibile...
quella di un sogno infranto!




10 commenti:

Unknown ha detto...

Questa malinconia, vissuta come un fallimento, non è una direzione sbagliata, ma è di chi ha il coraggio di conoscere la vita, che scopriamo solo dentro di noi, nella profondità, la quale si raggiunge solo dopo uno scontro-incontro con la realtà fuori.

Amaranta ha detto...

La strada della felicità, Claudia, passa spesso attraverso il dolore e la ricerca di noi stessi.
Quella della felicità è una dimensione difficile da raggiungere così, filosoficamente, ci accontentiamo del suo surrogato: l'appagamento.
Eppure, la felicità, non è un'arroganza, nè un privilegio ma dovrebbe far parte della nostra continua ricerca, e come scopo finale il suo raggiungimento.
L'accontentarsi è un ripiego, un traguardo sicuramente più facile che, con qualche accorgimento potremmo, perfino, far passare per felicità.
Ma noi sappiamo che non è la stessa cosa.
Ho parlato di felicità, Claudia, perchè l'amore è la felicità perfetta e tu, nella tua poesia, fai un resoconto di tutto quello che manca alla tua felicità, invocandola come conretezza di vita e non solo all'interno di un sogno.
Tieni duro, Claudia, e non accontentarti di null'altro che non sia davvero confacente ai tuoi desideri.
Meglio un sogno infranto, credimi, che risvegliarsi in una realtà frantumata.
Aggrappati alla tua consapevolezza, e non smettere di cercare, ma non accontentarti di nessun surrogato della felicità.
Un bacio
Marilena

(^_^) ha detto...

Claudia sono molto dispiaciuta perché non posso più postare i miei commenti sul tuo blog perché va in palla il mio Pc quando entro da te. ci riprovo, ma mi farebbe piacere avere il tuo indirizzo e mail, magari ci si sente così. Scrivi delle bellissime poesie tesoro, e sono così belle che a volte sembrano scritte da una Musa. Sembrano appartenermi.
Ti sono sempre vicina spiritualmente.
Se ricevi questo commento, mandami una e mail di conferma
Ti voglio bene
Lilly

UIFPW08 ha detto...

Leggere è sognare...

Anonimo ha detto...

non sei l'unica ad averne bisogno..
bel post, mentre lo leggevo l'ho sentito anche un pò mio :)

adamus ha detto...

Ciao Poesia bellissima e triste.
Su con la vita..sorridi e vai avanti.
Hai degli occhi stupendi e molto espressivi. Ti auguro un buon weekend.

Alice*** ha detto...

Ciao Claudia, non preoccuparti:)
mi fa piacere che sei passata, i tuoi post sono davvero molto belli è un piacere passare di qui...
mi resta poco da aggiungere dopo averti letta, sei davvero molto brava!!
un bacio, Alice*

Camilla Ripani ha detto...

I sogni infranti racchiudono un potenziale meraviglioso, ma bisogna avere il coraggio e la forza di attraversare la loro amarezza.
Per ogni sogno infranto, ce ne è un altro che ti aspetta, più vero. Per ogni porta che si chiude, per ogni "vuoto" che si crea... c'è un portone che si apre, un "pieno" che ti attende...
Ma occorre che tu accetti di attraversare il vuoto, che ti FIDI di questo malessere, perché vuole condurti verso terre più adatte alla tua natura, alla tua anima. Abbraccia senza indugio quello che hai perso, e il tuo sentirti abbandonata. Accetta e benedicilo. E' questo il modo più veloce di attraversare il deserto...
Non "mendicare", piccola dea, l'amore cieco e beffardo del desiderio. Tu puoi ambire a qualcosa di più; puoi trasformare il desiderio in aspirazione, il bisogno nell'offerta fiduciosa del tuo dare... Allora non smettere mai di dare la tua bellezza, la tua dolcezza, il tuo essere femminile... qualunque cosa accada. La vita risponderà con altrettanta generosità.
Ti abbraccio, da donna a donna.

Luna ha detto...

Olá,
Minha primeira visita ao teu blog... é maravilhoso! Estarei sempre por aqui. Este poema é lindo e essas imagens incríveis. Parabéns!
Beijinho

Ciao,
La mia prima visita al vostro blog ... è meraviglioso! 'Ll sempre qui. Questa poesia è bella e queste immagini incredibili. Congratulazioni!
Kissy

Anonimo ha detto...

Desidero non aver bisogno di te; e, al recinto della costrizione del bisogno, preferire le sconfinate praterie del desiderio che alla libertà concedono ristoro; poiché la tua presenza è dono, non pretesa; poiché ciò è atto di volontà che affranca dalla schiavitù del dipendere e, nell’oblio di me stesso, fusi nell’anima, offre cure per noi.
Desidero, ti prego, che anche tu non abbia bisogno di me; lo strazio del perire umano ci appartiene e, se gli occhio tuoi - dopo quel triste giorno - non saprai rasserenare, patiremo entrambi l’attesa di riunirci.

Un abbraccio.
Daniele P.

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