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venerdì 11 dicembre 2009

Vi racconto una storia in difesa della Legge 194...




Stasera vi voglio raccontare una storia....una storia vera, una storia di vita, una storia come un'altra, ma che segnò per sempre le vite di due ragazzi adolescenti! Qualcuno ci si potrebbe rispecchiare e qualcun altro potrebbe mal giudicare! Ad ogni modo decido di scriverla, non tanto per gridarla al mondo intero, che tra l'altro potrebbe anche essere indifferente, quanto per gridarla a me stessa e mettere, attraverso la scrittura, dei punti su quella brutta ferita, affinché resti solo una cicatrice, anche se indelebile!
Lei aveva 19 anni, lui quasi 21. Lei frequentava l'ultimo anno di liceo, lui cominciava ad affacciarsi al mondo del lavoro! Avevano cominciato a "camminare insieme nella stessa direzione" già da un pò ed erano felici!Il loro amore era di quelli che difficilmente si conoscono...puro, smisurato, disinteressato, di quelli che credi senza fine! O per lo meno non ci pensavano ad una fine. Erano troppo occupati a vivere la loro bella storia d'amore per pensare al futuro! Il classico idillio che solo a ven'anni puoi vivere, con quella spensieratezza e quella freschezza che solo due adoloscenti innamorati possono avere!
Ma le grandi storie d'amore che nascono quando sei troppo giovane spesso finiscono e al futuro, si sa, prima o poi ci devi pensare! E loro furono costretti a pensarci...anche troppo precocemente rispetto ai loro coetanei!
Era un Sabato sera...e il Sabato a 20 anni è un giorno importante, di quelli che attendi tutta la settimana smaniando e trepidando! E' l'unico giorno in cui si può fare un pò più tardi, la Domenica non c'è scuola!! Per loro però divenne un Sabato da non dimenticare! Lei era chiusa in bagno, sola, con il suo test di gravidanza. Aveva un ritardo di oltre 20 giorni, anche se all'inizio non si era preoccupata più di tanto...non era mai stata regolare!! Ma il dubbio e l'ansia stranamente si fecero spazio! Quella volta era diverso...lo sentiva! Era meglio farlo quel test una volta per tutte!! Linea verticale negativo, croce positivo! Un minuto, un'eternità! E'straordinariamente incredibile quanto il tempo possa essere relativo!
E poi...il risultato e un turbine di emozioni: panico, paura, ansia,incredulità, dolore, gioia, amore.. quella piccola croce la portò nei due minuti successivi a pensare a tutta la sua vita... i genitori, la scuola, le cazzate indimenticabili che si fanno a quell'età...e a lui! Come dirglielo? Era un ragazzo estremamente sensibile! Si guardarono negli occhi per qualche istante e si abbracciarono piangendo! A volte le parole sono inutili e non riusciamo a concatenarle nella maniera più adatta, per esprimere al meglio quello che si ha dentro! I gesti hanno una carica superiore...quell'abbraccio era un darsi forza a vicenda, un sostegno reciproco...erano diventati mamma e papà!! Era la cosa più strana, più assurda, più bella e più brutta allo stesso tempo! Ma cosa avrebbero dovuto fare? Tutto cambiò quella sera...per entrambi! Ma per lei, forse, ancora di più! Quando diventi mamma, lo diventi dal momento in cui scopri di esserlo, perché quel puntino dentro di te esiste, vive, e vive grazie a te!
Comincia allora il conto alla rovescia e la creazione spontanea di quel filo spesso ma invisibile che ti unisce a quella creaturina in un segreto ed esclusivo rapporto che solo una madre con il proprio cucciolo può avere! E ti attacchi a quel minuscolo granello di quell'ecografia, e comici a sognare... ti guardi allo specchio col cuscino che ti fa da pancia e immagini come possa essere, di che sesso sia, come poterlo chiamare...E ti rendi conto che tutto quello che hai sempre rincorso... i vestiti firmati, le serate in discoteca, le belle scarpe, le ribellioni adolescenziali...tutto è stato fin'ora inutile e banale! Ora c'è solo lui, è tutto quello che conta! Si, penso sia questo l'istinto materno...canalizzare tutti i tuoi pensieri, le tue energie, i tuoi movimenti verso quel puntino vivente! E' il grande miracolo della vita!! Dalle tue scelte dipende la sua vita! Ma la scelta, prima o poi, la devi prendere. Ma non vuoi farlo, e soffri, e piangi, e ti addormenti con la mano sulla pancia e rinvii! Non è facile per due ragazzi poco più che vent'enni prendere una scelta simile, perché la scelta si deve prendere in due! E quando ti rendi conto che non puoi crescerlo...per paura, per immaturità, per incapacità ad affrontare la situazione, allora fai la tanto dolorosa e faditica scelta...l'interruzione di gravidanza! E quando arriva il momento di stenderti in quella fredda sala operatoria ti senti straziata e non hai più lacrime da versare... vorresti fermare tutto ma l'anestesia è più veloce... ti addormenti e al risveglio è tutto finito! E' il vuoto! E cio che resta è una ferita aperta che non guarisce mai e ti porti dentro, sempre!
A volte le cicatrici ci servono a ricordare ciò che è stato, che non va dimenticato...ma sono anche segno di guarigione... perché si deve e si può andare avanti!| Perché è giusto che una scelta del genere possa essere presa. E' un diritto! E se viene presa, è sempre sofferta e dolorosa! E come tale non deve mai essere giudicata e condannata!


Lasciare che una donna possa avere il diritto di scegliere, oltre ad essere cosa giusta, è sinonimo di civiltà e rispetto per chi, negli anni, questo diritto se l'è sudato combattendo a testa alta e con dignità! La legge 194 deve essere preservata e difesa!



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1 commento:

Anonimo ha detto...

Ora capisco quale sia stato il vento crudele che può aver intristito il bocciolo in una giovane anima ...

Il dolore fa crescere alla svelta e impone rimedi per consentire di continuare a vivere. Ognuno é tenuto a realizzare il proprio rimedio, il più idoneo a se stesso ... ma il cammino é sempre lungo e dall'esito incerto ...

L'Amore é la cura, vedrai; e la cura dell'Amore passa per la comprensione del dolore stesso, il proprio o quello altrui, affinché possa mutarsi in gioia e il sacrificio compiuto.

La quiete dopo la tempesta, il sorriso dopo la lacrima, la gioia dopo il dolore...

Anime fragili, dolorosamente in cerca d'Amore, questo sono gli umani.

Un abbraccio.
Daniele P.

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